Stavolta parliamo di allenamento, grazie allo
spunto offerto dall’amico Jimson Lee, ideatore e gestore del sito
Speedendurance.com, una delle più interessanti finestre internazionali sull’allenamento
della velocità. Il punto di partenza è questo: tra i velocisti, specie tra
quelli vocati al giro di pista, a chi non è mai capitato di correre 6 volte i
200 metri, un tipo di ripetuta che, a seconda di come la si interpreti, può
andare ad allenare caratteristiche differenti di un atleta. Ecco di
seguito cinque modi per lavorare con questo mezzo di lavoro, estrapolati da
allenamenti di grandi atleti e tecnici, un modo per stimolare la
discussione su problematiche e potenzialità offerte da ciascuna proposta e
magari apprendere qualcosa di nuovo.
Di seguito un estratto ragionato dell’articolo
di Jimson Lee, consultabile per intero in inglese sul sito
www.speedendurance.com
L’allenamento di
Cathy Freeman:
Peter Fortune, tecnico della quattrocentista australiana,
campionessa olimpica sui 400 metri a Sydney 2000, rilasciò tempo fa una lunga
intervista sui metodi di allenamento applicati alla sua atleta. Tra questi vi
erano anche i 6x200 metri, da correre alla velocità prevista per la seconda
metà di gara dei 400 metri, con recupero iniziale di 5’ da abbassare
progressivamente durante le ripetute fino a 1’. Per esempio, se il proprio 400
è diviso in un primo passaggio ai 200 in 23 secondi ed in una secondo 200 a 25
secondi, quest’ultimo sarà il tempo di riferimento per la serie di ripetute. Le
prime due prove saranno ovviamente facili, poi però la fatica aumenterà
esponenzialmente con la riduzione del recupero tra le prove stesse.
L’allenamento di Tom
Tellez:
Un video di Pierre Jean Vazel su Youtube documenta un
allenamento di Carl Lewis e Mike Marsh su 6x200 metri corsi in 28 secondi
circa. Sebbene non sia possibile percepire esattamente i recuperi, questi erano
di 90 secondi. Un lavoro da non imitare a questi ritmi, ricordando che questi
erano atleti da 19.7 sulla distanza, e quindi erano impegnati al 70%. Correre ad
esempio all’85% per questo tipo di allenamento significa sviluppare acido
lattico già alla quarta prova, ma non è questo l’obiettivo del lavoro. Il punto di partenza è quello di correre al
70-75% della propria velocità, con una distribuzione ciclica su 6 settimane del
lavoro per un velocista che ha il personale attorno a 20-21 secondi come di
seguito:
1.6×200, 29
secondi, 90 sec recupero
2.6×200, 29 secondi, 75 sec recupero
3.6×200, 29 secondi, 60 sec recupero
4.5×200, 28 secondi, 90 sec recupero
5.5×200, 28 secondi, 75 sec recupero
6.5×200, 28 secondi, 60 sec recupero
L’aspetto positivo di questo lavoro è che ha una breve
durata, ed il recupero dalla sensazione di fatica intensa è piuttosto rapido.
In un gruppo di allenamento, per rendere più agevole lo svolgimento, si può
anche pensare di alternare gli atleti in testa su ciascuna ripetuta. Il segreto
per interpretare al meglio questo lavoro è di correre rilassati ed efficaci
nella propria azione di corsa, movimento delle braccia, salita delle ginocchia, una corretta biomeccanica etc.
L’allenamento di
Clyde Hart:
L’allenatore della Baylor University, colui che ha portato
al top dell’atletica mondiale Michael Johnson, Sanya Richards e Jeremy Wariner,
imposta uno dei suoi lavori partendo da 8x200 metri. Per i suoi atleti uomini (di
alto livello) prevede la seguente successione di allenamenti nel corso della
stagione:
8 x 200m in 28 secondi con breve recupero (120 sec)
7 x 200m in 27 secondi, con recupero un po’ più lungo
6 x 200m in 26 secondi con ancora più recupero.
Per le donne vanno aggiunti in media 3 secondi ai tempi
suddetti. Il modello per questo tipo di allenamento è impostato su ciò che
riusciva a fare Michael Johnson, vale a dire 3 prove in 23 secondi con recupero
di 90 secondi. Un esempio di questo allenamento è stato correre senza chiodate
5-6x200 nel periodo primaverile con recupero di passo per 200 metri. Dal
secondo all’ultimo è un lavoro duro, però l’ultimo sembra essere più rilassato
nonostante l’acido lattico accumulato in glutei e gambe. Cosa importante: non
interpretare questo allenamento come gara contro i propri compagni di squadra,
aspetto difficile da far capire ai più giovani.
I 6x200 metri
discendenti:
Un allenamento sviluppato su 6x200 metri con i seguenti
recuperi e tempi:
1. 29 secondi, 75 sec recupero
2. 29 secondi, 60 sec recupero
3. 29 secondi, 45 sec recupero
4. 29 secondi, 30 sec recupero
5. 29 secondi, 15 sec recupero
6. 29
secondi
Questo allenamento è simile a quello sviluppato da Tom
Tellez, ed il segreto è l’intensità. Per un atleta che corre i 200 metri in 22”,
si potrebbe partire con questo lavoro ad una velocità di 33-34 secondi, per poi
scendere fino a 29-30 secondi ma non meno.
Gli allenamenti di
Clyde Hart sui 200 rovesciati:
Quando dovete far correre i 200 metri, da dove fate partire
i vostri atleti? Generalmente dalla linea dei 200 fino all’arrivo, o viceversa
nelle giornate di forte vento, ma sempre comunque con curva e poi rettilineo
nell’ordine. Clyde Hart a volte fa qualcosa di diverso: ossia partenza dai 350
metri, e arrivo ai 150 metri. E’ sempre un 200, ma non abituale, in pratica anziché
correre una classica “J” si corre una “C”. Questo lavoro è inserito per
imparare a correre curva-rettilineo-curva (50m-100m-50m), rompendo l’equilibrio
mentale proprio di un duecentista abituato a correre la sola successione
curva-rettilineo.
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