Tra meno di un mese torna la Diamond League, quest’anno più
importante delle scorse stagioni per il semplice fatto che durante l’estate
mancheranno le grandi manifestazioni mondiali, Olimpiadi e Mondiali, a condizionare
gli impegni ed i periodi di preparazione degli atleti. E’ vero, ci saranno i
Mondiali di Staffette ed i Commonwealth Games, poca roba comunque per distrarre
il circo dell’atletica dai diamanti del circuito IAAF. Sarà una sorta di prova del nove dunque per
quella sfilza di meeting a scala planetaria che non ha mai pienamente convinto.
La formula, articolata su classifiche a punti da accumulare nelle numerose tappe in giro per il mondo, necessiterebbe di una rivisitazione per fornire maggior “appeal” sia per il pubblico che per i campioni in pista. Meeting a volte troppo ravvicinati, intercalati in un calendario già parecchio affollato, hanno più volte costretto in passato diversi big a rinunciare e preferire altre soluzioni. Inoltre è sempre più difficile assistere a grandi sfide, con i nomi di grosso calibro fin troppo attenti ad evitare rivali pericolosi per mantenere ingaggi elevati. Questa stagione all’aperto può dare nuova linfa all’evento, facendo leva sulla più facile presenza dei campioni e, perché no, sulla maggiore predisposizione mentale a cercare prestazioni di valore senza risparmiarsi. A voler fare una classifica tra gli spunti di interesse per la prossima Diamond League, sceglierei i seguenti tre:
La formula, articolata su classifiche a punti da accumulare nelle numerose tappe in giro per il mondo, necessiterebbe di una rivisitazione per fornire maggior “appeal” sia per il pubblico che per i campioni in pista. Meeting a volte troppo ravvicinati, intercalati in un calendario già parecchio affollato, hanno più volte costretto in passato diversi big a rinunciare e preferire altre soluzioni. Inoltre è sempre più difficile assistere a grandi sfide, con i nomi di grosso calibro fin troppo attenti ad evitare rivali pericolosi per mantenere ingaggi elevati. Questa stagione all’aperto può dare nuova linfa all’evento, facendo leva sulla più facile presenza dei campioni e, perché no, sulla maggiore predisposizione mentale a cercare prestazioni di valore senza risparmiarsi. A voler fare una classifica tra gli spunti di interesse per la prossima Diamond League, sceglierei i seguenti tre:
Bolt e i suoi record:
Dalla Diamond League mancherà almeno nelle prime tappe il sovrano, ossia Usain
Bolt, colui che da solo, negli anni passati, riusciva a riempire gli stadi nelle
città dei meeting a cui partecipava. Bolt non sarà a Roma il 5 giugno, a causa
del ritardo di preparazione per infortunio ad un piede, lo rivedremo più in là,
dopo metà giugno, e naturalmente sarà altissima la curiosità per il suo stato
di forma. Nelle dichiarazioni il fenomeno si dice pronto a ritoccare i suoi
record, sia sui 100 che sui 200 metri. 9.58 e 19.19, risalenti al 2009, quando
bruciò la pista iridata dell’Olympiastadion a Berlino, sono crono tutt’altro
che semplici da ripetere. Lo dice anche Michael Johnson, uno che qualcosa di velocità
ne capisce, e che qualche settimana fa si è lasciato andare ad impressioni
pessimistiche sulle reali possibilità di migliorare quelle prestazioni da parte
di Bolt. Gli anni passano e per uno sprinter diventa sempre più difficile
ritrovare efficienza fisica e mentale per ripetere certe imprese. Dal canto suo
Bolt è ancora giovane e soprattutto ha dimostrato più volte di essere un
prodigio della natura, capace pertanto anche di ciò che per molti razionalmente
è considerato improbabile. Staremo a vedere.
I signori delle
altezze e la Dibaba: Renaud Lavillenie e Genzebe Dibaba hanno dominato la
stagione indoor con i loro record, intenzionati a far grandi cose anche all’aperto.
Il francese ha totalmente recuperato dai postumi della rovinosa caduta nella
serata del 6.16 sotto gli occhi dello zar Sergey Bubka. Lavillenie adesso ha le
carte in regola per togliere al numero uno all time del salto con l’asta anche
il record all’aperto, fermo al 6.14 che valse una Ferrari al Sestriere nel
1994. Bubka è lassù, ad attendere che salga lo smilzo acrobata transalpino,
veloce e potente al tempo stesso, erede di una scuola dalle tradizioni
grandiose. Chissà che non sia proprio una tappa di Diamond League l’occasione
giusta per tentare l’assalto al record mondiale. Le alte quote non sono una
prerogativa solo di Renaud Lavillenie nell’asta, ma stanno rappresentando un
filo conduttore nelle gare di salto in alto maschile da un anno a questa parte.
L’ucraino Bogdan Bondarenko la scorsa stagione aveva rotto il ghiaccio con uno
straordinario 2.41 a Losanna, poi ripetuto ai Mondiali di Mosca, quindi
quest’inverno ci ha pensato il russo Ivan Ukhov a rispondere con un altrettanto
sensazionale 2.42. Ecco, un duello atteso è proprio quello fra questi due
atleti, che potrebbe partire nei meeting per trovare il suo apice sulla pedana
degli Europei di Zurigo.
Diverso il discorso per Genzebe Dibaba, l’ultima per età di un
trio di sorelle geneticamente predisposte a correre forte. Genzebe ha appreso
tutto il possibile dalle sorelle maggiori, tra le quali Tirunesh è risultata
essere la più dotata, e adesso l’impressione è che Genzebe sia davvero matura
per avviarsi a dominare la scena del mezzofondo mondiale. Per ora quindi, prima
dei record, per lei sarà importante acquisire una buona continuità di vittorie e
la sicurezza di essere la migliore sulla scena. Se poi ci mettiamo anche che le
gare di Diamond League saranno lanciate su ritmi da record, ecco che le gare
con la Dibaba saranno uno spettacolo da non perdere.
Il ritorno di
Rudisha: mi incuriosisce infine il segnale di riscossa che darà David
Rudisha, fermo ai box da quasi un anno per infortunio. In pratica i ricordi del
talento keniano restano incollati a quella finale olimpica degli 800 metri in
cui prese la testa dal primo metro per surclassare il mondo. Tutti rimasero a
bocca aperta, compreso Sebastian Coe, incantati di fronte alla conquista della
medaglia d’oro a ritmo di primato mondiale, in quella che a ragione è
considerata la più qualitativa gara di 800 metri della storia. Quest’anno il
keniano proverà a riprendersi lo scettro mondiale del doppio giro di pista, al
cospetto dell’etiope di Mohamed Aman e magari con il rientro in pista di Nijel
Amos, altro fenomeno della specialità sebbene un po’ scarico di motivazioni.
Per Rudisha sarà importante riprendere una certa continuità, in vista di un
biennio che dovrà lanciarlo verso l’attacco al bis mondiale ed olimpico.
Nessun commento:
Posta un commento