Di seguito ospito con piacere sul mio blog il ricordo del
saltatore spagnolo Yago Lamela scritto dall’amico Davide Cartesegna, grande
appassionato e conoscitore di atletica. Un tributo giusto ad un atleta che
avrebbe meritato di più da una carriera spezzata a più riprese dagli infortuni
e mai tornata a brillare.
“Il mondo dell'atletica è scosso in questi giorni
dall'improvvisa scomparsa del lunghista spagnolo Yago Lamela, uno dei migliori
interpreti europei della specialità. L'atleta è stato trovato morto nella sua
abitazione ad Aviles, cittadina iberica dove era nato il 24 luglio 1977. Il
coroner ha appurato che la morte è sopravvenuta per un attacco di cuore, dopo
le tante illazioni riguardo ad un possibile suicidio, dovute ai tormentati
ultimi anni della sua vita, con ricoveri in cliniche specializzate per la cura
della depressione.
Santiago"Yago"Lamela Tobio si era messo in luce
con il quarto posto colto ai Mondiali Juniores, nel 1996 a Sydney,
saltando 7.73 m., ad un solo centimetro dal podio. Due anni dopo, "la prima volta" oltre il muro degli otto metri, portando il personale a 8.14, non andando però oltre l'ottavo posto agli Europei all'aperto di Budapest. L'anno seguente è quello dell'esplosione ad altissimo livello, rapida e quasi inattesa, in quella che rimarrà la miglior stagione della sua carriera.
saltando 7.73 m., ad un solo centimetro dal podio. Due anni dopo, "la prima volta" oltre il muro degli otto metri, portando il personale a 8.14, non andando però oltre l'ottavo posto agli Europei all'aperto di Budapest. L'anno seguente è quello dell'esplosione ad altissimo livello, rapida e quasi inattesa, in quella che rimarrà la miglior stagione della sua carriera.
Ai Mondiali Indoor di Maebashi un epico duello con il
cubano Ivan Pedroso, che si impone con 8.62 m.; per Lamela un argento di
spessore con la misura di 8.56 m., primato continentale al coperto, che rimarrà
tale per dieci anni fino all'8.71 del teutonico Sebastian Bayer. Il duello
intenso e vibrante con Pedroso si ripete in estate ai Mondiali di Siviglia. Ancora
oro per Pedroso (8.56), ancora argento per Lamela (8.40), che si conferma
portando in stagione il suo pb a 8.56.
Grandi aspettative per i Giochi Olimpici,ma nel 2000
qualcosa non va per il verso giusto e così a Sydney, nella gara che incorona
Pedroso dopo acerrima sfida con l'inatteso australiano Taurima, che si esalta davanti
al pubblico amico, Lamela affonda in qualificazione non andando oltre i 7.89mt.
Dopo un 2001 limitato da problemi fisici torna competitivo nel 2002 con un
argento agli Europei Indoor ed il bronzo agli Europei estivi di Monaco di
Baviera. Gara di livello tecnico non eccelso vinta dall'ucraino Lukashevych (8.08),
davanti al croato Ergotic (8.00 metri esatti) ed a Lamela
(7.99). L'anno si conclude con un importante bronzo, vinto in Coppa del Mondo a Madrid.
(7.99). L'anno si conclude con un importante bronzo, vinto in Coppa del Mondo a Madrid.
Nel 2003, ai Mondiali parigini, è protagonista con un
bronzo, vinto a 8.22, duellando alla pari con lo statunitense Phillips ed il
giamaicano Beckford, ancora una volta a tenere alta la bandiera dell'Europa, come
nell'inverno precedente con l'argento mondiale, superato di un solo centimetro (8.29
contro 8.28), ancora da Phillips. Lamela, esuberante agonista, sembra aver
raggiunto maturità fisica e tecnica; nessuno può immaginare che la sua carriera
è ormai agli sgoccioli, sempre più limitato da ricorrenti problemi tendinei.
Dopo un opaco undicesimo posto alle Olimpiadi ateniesi
nel 2004, viene operato al tendine d'Achille in Finlandia dal luminare dottor
Orava, specialista in questo tipo di patologie. L'operazione non dà l'esito
sperato e dopo infruttuosi tentativi di ripresa, la resa nel 2009. Deluso e
forse mai completamente rassegnato la sua problematica esistenza si chiude
prematuramente a soli 36 anni, lasciando grandi rimpianti in chi lo ha
conosciuto ed ha seguito la sua breve ma intensa parabola agonistica”.
A cura
di Davide Cartesegna (Foto Heraldo.es)
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