sabato 10 maggio 2014

L'ADDIO A YAGO LAMELA

Di seguito ospito con piacere sul mio blog il ricordo del saltatore spagnolo Yago Lamela scritto dall’amico Davide Cartesegna, grande appassionato e conoscitore di atletica. Un tributo giusto ad un atleta che avrebbe meritato di più da una carriera spezzata a più riprese dagli infortuni e mai tornata a brillare.


“Il mondo dell'atletica è scosso in questi giorni dall'improvvisa scomparsa del lunghista spagnolo Yago Lamela, uno dei migliori interpreti europei della specialità. L'atleta è stato trovato morto nella sua abitazione ad Aviles, cittadina iberica dove era nato il 24 luglio 1977. Il coroner ha appurato che la morte è sopravvenuta per un attacco di cuore, dopo le tante illazioni riguardo ad un possibile suicidio, dovute ai tormentati ultimi anni della sua vita, con ricoveri in cliniche specializzate per la cura della depressione.

Santiago"Yago"Lamela Tobio si era messo in luce con il quarto posto colto ai Mondiali Juniores, nel 1996 a Sydney,
saltando 7.73 m., ad un solo centimetro dal podio. Due anni dopo, "la prima volta" oltre il muro degli otto metri, portando il personale a 8.14, non andando però oltre l'ottavo posto agli Europei all'aperto di Budapest. L'anno seguente è quello dell'esplosione ad altissimo livello, rapida e quasi inattesa, in quella che rimarrà la miglior stagione della sua carriera.


Ai Mondiali Indoor di Maebashi un epico duello con il cubano Ivan Pedroso, che si impone con 8.62 m.; per Lamela un argento di spessore con la misura di 8.56 m., primato continentale al coperto, che rimarrà tale per dieci anni fino all'8.71 del teutonico Sebastian Bayer. Il duello intenso e vibrante con Pedroso si ripete in estate ai Mondiali di Siviglia. Ancora oro per Pedroso (8.56), ancora argento per Lamela (8.40), che si conferma portando in stagione il suo pb a 8.56.

Grandi aspettative per i Giochi Olimpici,ma nel 2000 qualcosa non va per il verso giusto e così a Sydney, nella gara che incorona Pedroso dopo acerrima sfida con l'inatteso australiano Taurima, che si esalta davanti al pubblico amico, Lamela affonda in qualificazione non andando oltre i 7.89mt. Dopo un 2001 limitato da problemi fisici torna competitivo nel 2002 con un argento agli Europei Indoor ed il bronzo agli Europei estivi di Monaco di Baviera. Gara di livello tecnico non eccelso vinta dall'ucraino Lukashevych (8.08), davanti al croato Ergotic (8.00 metri esatti) ed a Lamela
(7.99). L'anno si conclude con un importante bronzo, vinto in Coppa del Mondo a Madrid.

Nel 2003, ai Mondiali parigini, è protagonista con un bronzo, vinto a 8.22, duellando alla pari con lo statunitense Phillips ed il giamaicano Beckford, ancora una volta a tenere alta la bandiera dell'Europa, come nell'inverno precedente con l'argento mondiale, superato di un solo centimetro (8.29 contro 8.28), ancora da Phillips. Lamela, esuberante agonista, sembra aver raggiunto maturità fisica e tecnica; nessuno può immaginare che la sua carriera è ormai agli sgoccioli, sempre più limitato da ricorrenti problemi tendinei.


Dopo un opaco undicesimo posto alle Olimpiadi ateniesi nel 2004, viene operato al tendine d'Achille in Finlandia dal luminare dottor Orava, specialista in questo tipo di patologie. L'operazione non dà l'esito sperato e dopo infruttuosi tentativi di ripresa, la resa nel 2009. Deluso e forse mai completamente rassegnato la sua problematica esistenza si chiude prematuramente a soli 36 anni, lasciando grandi rimpianti in chi lo ha conosciuto ed ha seguito la sua breve ma intensa parabola agonistica”. 

A cura di Davide Cartesegna (Foto Heraldo.es)

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