giovedì 22 maggio 2014

STAFFETTE MONDIALI, SPETTACOLO ASSICURATO

Ormai ci siamo, pochi giorni ancora ed eccoci al primo Campionato Mondiale di Staffette. La cornice è quella tropicale delle Bahamas, a Nassau, palcoscenico per una due giorni (24-25 maggio) che si preannuncia ad alto tasso di spettacolarità. Le prove classiche su 4x100 e 4x400 saranno affiancate da 4x200, 4x800 e 4x1500,  per dar modo anche ai mezzofondisti di prender parte all’evento, che radunerà non meno di 500 atleti provenienti da ogni angolo del pianeta.

Premesse significative, nonostante l’assenza di qualche nome di grosso calibro, primo tra tutti Usain Bolt. Il giamaicano avrebbe dovuto essere l’uomo immagine per la rassegna caraibica, invece si troverà ad incitare i propri compagni davanti alla tv, ancora alle prese con il recupero post-infortunio al piede, che lo terrà impegnato per qualche altra settimana. Pazienza, l’assenza del giamaicano si sente, soprattutto in termini promozionali, ma non oscura il fascino di una rassegna destinata a trovare un suo spazio nelle ricorrenze dell’atletica mondiale. Stati Uniti, Giamaica, Kenya, tanto per citare alcune delle super potenze in campo hanno i numeri per divertirsi e far divertire, perché di campioni nelle loro file ne hanno a mucchi, giovani o meno che siano.


E l’Italia? Ce ne sarà poca, un pizzico, perché di 10 squadre possibili ne sarà presente solo una, la 4x400 femminile, per la quale sono state convocate Libania Grenot, Chiara Bazzoni, Elena Bonfanti, Maria Enrica Spacca, e la junior Ylenia Vitale. Una comparsata azzurra, in contro tendenza rispetto ad altre nazioni europee come Spagna o Gran Bretagna che presenteranno quartetti in diverse gare.  Perché la scelta di ridurre al minimo la partecipazione dei nostri? Per una serie di ragioni ufficiali. Condizione non al top dei nostri atleti, impegni contemporanei come la Coppa Campioni per Club, il più eclatante corto-circuito di programmazione dei calendari tra IAAF e Federazione  europea, senza tralasciare eventuali motivi tecnici in una stagione che presenterà il conto a Zurigo, attorno a Ferragosto. Lì, a metà mandato della gestione Giomi, sarà il banco di prova più importante per la squadra italiana, che al momento deve fare i conti con parecchia gente tra infermeria e ritardo di preparazione. 

Ma appuntamenti del genere non potrebbero tornare utili come palestra per i giovani, per fargli vivere un grande evento e svezzarli in un contesto internazionale? Domanda a cui si potrebbe rispondere appellandosi a motivazioni di programmazione tecnica o alle solite ristrettezze economiche, da cui la necessità di selezionare gli appuntamenti, che quest’anno tra l'altro prevedono anche una dispendiosa spedizione ai Mondiali Juniores di Eugene. Solo supposizioni, e nulla più. Rimane la micro spedizione azzurra per la prima edizione di un campionato iridato che si spera possa decollare negli anni a venire, magari evitando scomode sovrapposizioni di calendario. Buon divertimento e testimone saldo in mano. 

Nessun commento:

Posta un commento