Neanche il tempo di accendere i riflettori sull’apertura dei
Campionati Italiani Assoluti Indoor ad Ancona, che un altro grande nome della
nostra atletica è bloccato da un infortunio. Come Michael Tumi e Daniele Greco,
tanto per citare due medaglie dell’ultima rassegna continentale al coperto,
anche Alessia Trost deve fare i conti con gli acciacchi. Nel suo caso un
problema muscolare che le impedirà di prender parte all’impegno tricolore, come
probabilmente agli stessi Mondiali indoor di Sopot, in Polonia. Stagione invernale
virtualmente chiusa, dunque, anche per la friulana prodigio, sulle cui parabole
aeree a quota 2 metri, si aspettava di esser trascinata tutta l’atletica
italiana. Non è un momento proprio fortunato per la nostra atletica, che fa un po’
fatica a trovare un suo equilibrio, in balia di una fase di transizione che ha
coinciso da quasi un anno a questa parte con il cambio dello staff medico
nazionale per i noti fatti legati alla vicenda Schwazer, e che ultimamente ha
visto anche un avvicendamento nel ruolo di segretario generale, con la
staffetta Bellino-Pagliara. Certamente si continua a lavorare, pianificare,
elaborare idee, ma è un dato di fatto che l’entusiasmo trascinante di un anno
fa, quando una sensazionale serie di risultati in pista sembravano voler dedicare
il proprio tributo all’elezione di Alfio Giomi come Presidente della Fidal, è
venuto un po’ meno.
Partendo dal presupposto che nello sport non si inventa
nulla, c’è da dire che se le grandi imprese di allora potevano ricondursi a
piacevoli coincidenze, la cronica assenza in questa stagione indoor di molti
dei nostri atleti migliori è dovuta principalmente ad una lunga serie di
episodi negativi, con infortuni causati da motivi diversi e per la maggior
parte non collegati tra loro. Un punto di contatto potrebbe forse essere una
particolare cautela in questa fase, in vista dell’appuntamento più importante
dell’anno, gli Europei all’aperto a Zurigo, dove l’ipotesi di andare a medaglia
per diversi dei nostri diventa terribilmente concreta.
Rimanendo con lo sguardo rivolto ai vicini Mondiali di
Sopot, l’attesa per gli imminenti Assoluti al Banca Marche Palas sarà
soprattutto legata a quella manciata di atleti a caccia di conferme e minimi
per la rassegna iridata. Finora si fatica ad arrivare ad una decina di
convocazioni per la squadra azzurra, complici le tante defezioni per infortuni
e forfait di vario tipo. Questa stagione indoor avrebbe anche dovuto rilanciare
Andrew Howe, dato in buone condizioni di forma, ma mai sceso in pista nel 2014.
Proprio di Andrew è l’unica medaglia maschile ai Mondiali indoor negli ultimi
10 anni. Era il 2006 quando l’italo californiano trovò il bronzo a Mosca, alle
spalle di Gaisah (prima del terribile infortunio al ginocchio) e del panamense
Irving Saladino. Una medaglia maschile in cinque edizioni iridate, pareggiata
al femminile dall’argento di Antonietta Di Martino nel 2012 ad Istanbul. Ecco,
una Di Martino adesso sarebbe proprio servita, con la sua sana concretezza
campana che l’ha resa grande ed inimitabile sulla pedana dell’alto. Per fortuna
un senatore continua ad esser sempre lì, Ligabue direbbe “come Oriali”, a
sognare come un ragazzino in quella che si è rivelata la sua dimensione
preferita. Sotto il tetto Fabrizio Donato si trova proprio bene, i risultati lo
confermano, tre presenze pesanti nelle ultime tre edizioni, sempre protagonista
ed a ridosso del podio. Stavolta mancherà il suo discepolo-rivale, Daniele
Greco, ma siamo sicuri che Fabrizio ce la metterà tutta per vivere intensamente
anche questa stagione indoor.
Ad Ancona osservata speciale sarà anche Veronica Borsi, in
forte ritardo di preparazione, e con una sola gara all’attivo sui 60 metri
quest’anno. L’impegno sugli ostacoli contro la rivale Marzia Caravelli, data in
gran forma, non può che destare interesse. Vedremo poi se Simona La Mantia riuscirà
a mettere insieme una misura soddisfacente per i Mondiali polacchi, così come
Chiara Rosa, virtualmente convocata ma a caccia di conferme.
Occhio poi a Paolo Dal Molin, Marco Fassinotti, Abdellah
Haidane e Margherita Magnani: loro sì che stanno bene, pronti per acciuffare titolo
tricolore e magari anche una grande prestazione.
A seguire una piccola tabella su convocati e risultati nelle
ultime tre edizioni mondiali. A ciascuno la propria opinione:
Negli ultimi 10 anni solo due medaglie, 1 bronzo tra gli
uomini (Andrew Howe, 2006) ed 1 argento tra le donne (Di Martino, 2012).
A Doha gli effettivi in pista furono 7, tutti eliminati in
qualificazione ad eccezione di Fabrizio Donato, quinto in finale nel triplo.
Mancò all’appello Elisa Cusma, alle prese con problemi fisici.
Ad Istanbul gli atleti effettivi in pista furono 14. Spiccò
in quell’occasione la medaglia d’argento di Antonietta Di Martino, ultimo acuto
in ordine temporale di una carriera che sì è inchiodata subito dopo a causa di
quel maledetto infortunio patito al caldo di Tenerife. Buone prove a Doha anche
per i triplisti, con Donato e Greco ai piedi del podio, alle prese con le prove
generali di quella che poi sarebbe stata la finale olimpica.
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