29 marzo 2014, Terme di
Caracalla, il campo di atletica è sempre lì, logorato dal tempo ma
orgogliosamente presente, incastonato tra le bellezze architettoniche della
Città Eterna. Il sole primaverile scalda la mattinata, in lontananza si sentono
le voci dei tanti ragazzini giunti dalle scuole di ogni angolo della città.
Un papà si avvicina, viene da
Benevento, centinaia di chilometri percorsi in macchina per rendere omaggio a
quel Campione che era suo idolo da bambino, e che poi, crescendo, aveva imparato
ad apprezzare anche come uomo, uno che con il sacrificio ce l’aveva fatta ad
arrivare. Quel papà oggi è a Roma per veder correre la sua bambina, con le
lacrime agli occhi nel ricordo del suo “Numero Uno”, sulla pista che Pietro
Mennea amava frequentare, anche dopo il ritiro agonistico, per mantenere un
sano contatto con lo sport che lo rese celebre nel mondo.
La Freccia del Sud
abitava poco più in là, sull’Aventino, vicino alla Chiesa di Santa Prisca,
quella dove si involò a nozze con sua moglie Manuela Olivieri, quella dove lo
scorso 23 marzo 2013 una folla immensa lo salutò per l’ultima volta, due giorni
dopo la sua scomparsa. Una fine inaspettata e dolorosa, ma apparente al tempo
stesso: Pietro c’è ancora, nelle lacrime di quel papà, nelle persone che lo
ricordano con emozione ogni qual volta un’iniziativa in suo onore viene messa
in piedi.
Come quella di oggi, voluta da Manuela in accordo con la Parrocchia
di Santa Prisca, in occasione degli 80 anni parrocchiali, per mettere insieme un
qualcosa di speciale da dedicare ai giovanissimi, senza agonismo ma solo per il
sano gusto di giocare con l’atletica, una passione che Mennea conobbe come
divertimento da bambino per le strade di Barletta, e che di lì a poco lo
avrebbe condotto nel lungo viaggio che lo portò poi a vincere alle Olimpiadi.
Pietro
si divertiva con i bambini, ai quali cercava di trasmettere i veri valori dello
sport, quelli necessari per guardare avanti anche nella vita. Per questo Mennea
si esaltava quando aveva tanti giovani attorno, consapevole di poter lasciare un
insegnamento, frutto della sua esperienza di atleta e uomo, che aveva saputo andar
veloce come nessun altro ed allo stesso tempo era stato capace di costruirsi un
domani con gli studi.
Chissà quanto avrebbe gioito quest’oggi di fronte a tutti
quei bambini festanti con le magli tricolori solo per lui, per tutta quella
gente presente in tribuna, testimoni autentici della sua grandezza, di quanto
sia riuscito a conquistare il cuore degli italiani. Le “Menneadi” sono realtà,
riecheggiando il fascino dei suoi Giochi olimpici, per far avvicinare i
giovanissimi all’atletica, al piacere di correre, saltare e lanciare.
L’Inno di Mameli in apertura,
lascia spazio ad una sfilata impeccabile, con il Tricolore della vittoria sui
200 metri di Mosca 1980, poi la bandiera dei Cinque Cerchi, quella capitolina e
della Pace, perché da parte di questi ragazzi c’è anche il desiderio di
lanciare messaggi importanti. Dai 5 anni ai 15 anni tutti si concedono ad una
volata sul rettilineo in pista, con un occhio ai genitori che li incitano dalla
tribuna e con il solo spirito di stare insieme e divertirsi.
I più piccolini
ricevono una medaglia, gli altri un’elegante bandiera tricolore in ricordo
della giornata e di quel Campione che continua a vivere in loro nei racconti di
chi l’ha vissuto e conosciuto, come Marisa Masullo, pluricampionessa italiana
della velocità e per tanti anni compagna di nazionale di Mennea, arrivata appositamente
per incontrare i ragazzi, gli stessi che poi l’hanno circondata per farsi
raccontare la propria passione per l’atletica.
L’ultima gara è quella riservata
agli organizzatori ed agli amici di Pietro sui 200 metri, la distanza tanto
cara al campione azzurro, con lo starter Mario Biagini, Presidente del Comitato
Provinciale Fidal Roma, a dare la partenza ad una bella volata di gruppo,
stavolta incitati dai bambini a bordo pista. Per questi ultimi, alla fine di questa
giornata speciale il messaggio è chiaro, basta leggere sulle loro magliette: “Nell’atletica
c’è il mondo ce n’è tanto, è questo che la rende affascinante, speciale, unica”,
frase semplice e diretta, parola di Pietro Mennea.
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