Chilometri e chilometri, anni di allenamenti e sacrifici, tanta
fatica sopportata e digerita per poter assaporare un giorno una vittoria come
quella di oggi. Daniele Meucci ha afferrato il suo sogno, con la forza e l’emozione
di chi è consapevole di essere entrato in una nuova dimensione, di aver
superato l’esame probabilmente più duro di un’intera carriera.
La maratona è
ora il suo nuovo mondo, quello che alla terza gara, a voler considerare i due test
di Roma e New York, lo ha promosso a pieni voti niente meno che sul difficile
percorso di Zurigo. Adesso è lui il campione europeo di maratona, interprete
attento e determinato di una gara perfetta, vissuta in attesa nel gruppo fino al
trentesimo chilometro, e poi affrontata con impeto nell’ultima parte, a caccia
di quel polacco incosciente, tal Marcin Chabowski, in fuga sin dai primi
chiometri.
Una rimonta inarrestabile, elegante, portata avanti da chi per quel
titolo aveva curato ogni minimo dettaglio. Il coach Massimo Magnani qualche
giorno fa, dopo il mancato podio sui 10000 metri del suo pupillo, si era
lasciato andare ad un sorrisino a chi gli chiedeva previsioni sulla maratona
maschile, sicuro che qualcosa di buono sarebbe arrivato, nonostante qualche
critica di troppo.
Meucci non ha tradito, nella specialità più dura dell’atletica,
dove oltre al fisico serve tanta testa, ha sgretolato i sogni di quel polacco
in fuga, ha proseguito per la sua strada verso il trionfo. Si è presentato sul
traguardo tra gli applausi sventolando la bandiera tricolore, centrando persino
il personale con 2h11:08, un dettaglio ma pur sempre la prima pietra, il primo
passo di Daniele nel suo nuovo paese delle meraviglie.
E nella mente si
affacciano nuovi sogni, che potrebbero chiamarsi Mondiali o Olimpiadi, appena
dietro l’angolo, traguardi ancor più ardui del trono continentale. Certo
bisognerà ancora migliorarsi, macinare chilometri, affrontare difficoltà e
chissà quante altre fatiche, a quel punto però basterà voltare lo sguardo
indietro, alla storia della maratona azzurra, una grande tradizione da portare avanti.
Ma adesso è giusto godersi la medaglia d’oro, la premiazione, l’inno nazionale,
il sogno portato in cuore sin da ragazzino che si è fatto realtà: Campione
europeo di maratona, un’emozione forte e sentita, grazie Daniele!
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