Si tingono sempre più di rosa questi Europei elvetici per l’Italia,
grazie ad una seconda medaglia individuale conquistata in maratona da Valeria
Straneo, argento alle spalle della tenace francese Daunay. La piemontese ha
tenuto fede alle aspettative della vigilia che vedevano proprio nelle
maratonete azzurre le probabili protagoniste della gara. La Straneo come di
consueto ha fatto gara di testa, in compagnia per buona parte della gara con la
transalpina Christelle Daunay e la turca Elvan Abeylegesse. Alle loro spalle
seguiva a distanza la portoghese Jessica Augusto, la croata Nemec e l’altra
italiana Anna Incerti, brava a tenere duro su un percorso molto impegnativo.
Particolarmente difficile la salita breve ma piuttosto ripida lungo il circuito
da ripetere quattro volte, un passaggio che via via ha fatto la differenza e
sottratto energie preziose.
Nell’ultimo terzo di gara Valeria e la francese
sono rimaste sole a combattere per l’oro, con la Augusto che ad un certo punto
era sembrata rientrare prepotentemente sulla coppia di testa. Ma il colpo
decisivo alla fine è arrivato dalla Daunay, capace di allungare e lasciare un po’
sulle gambe l’azzurra, che tagliava il traguardo con 13 secondi di ritardo, in
un buon 2h25:27 per quello che è il secondo argento consecutivo a livello
internazionale, dopo quello mondiale dello scorso anno. Ma Valeria stavolta ha
fatto di più, perché assieme ad Anna Incerti, sesta alle sue spalle, Nadia
Ejjafini (12°), Emma Quaglia (14°), Deborah Toniolo (16°) e Rosaria Console
(40°), ha ottenuto il primo posto nella classifica a squadre per la Coppa Europa
di Maratona, un altro oro da festeggiare per l’Italia, con tanto di premiazione
ed inno di Mameli nel pomeriggio allo stadio Letzigrund. Un bel successo di
gruppo che speriamo possa essere bissato dalla squadra maschile nell’ultima
giornata di gare.
Intanto il penultimo giorno doveva valere come esame
staffette. Su quattro ne sono passate tre in finale, ad eccezione della 4x400
maschile, priva all’ultimo momento di Davide Re, fermato da un infortunio. L’ingresso
in squadra di Isalbet Juarez e qualche cambio nell’ordine dei frazionisti (nell’ordine
Valentini, Tricca, Juarez, Galvan) non è bastato per entrare nel novero dei
finalisti, con un 3:04.74 che dice poco. Chi invece ha fatto bene eccome, sono
state le ragazze della 4x100 (Caravelli, Siragusa, Amidei, Alloh) autrici di un
notevole 43.29, che rappresenta la seconda prestazione italiana di sempre, e
che, alla luce di qualche cambio da perfezionare, fa pensare ad un ulteriore
miglioramento nella finale di domani. Bene anche le colleghe della 4x400 che reggono
molto bene all’assenza tattica di Libania Grenot. Chigbolu, Spacca, Bonfanti e
Bazzoni chiudono in 3:31.31, pronte e competitive per la battaglia di finale.
Si fanno valere anche i ragazzi della 4x100 (Cerutti, Desalu, Marani, Obou),
puliti al traguardo in 38.71.
In chiave individuale, arriva un quinto posto per Yadi
Pedroso sui 400 ostacoli, coperti in 55.90, crono che non rende merito alle
qualità dell’italo-cubana, distante dalla britannica Eilidh Child, vittoriosa
in 54.48. Buona gara la mette a segno Giulia Viola nei 5000 metri, ottava con
personale abbassato a 15:38.76. La ragazza allenata da Vittorio Di Saverio
interpreta bene il suo compito, rimanendo nel gruppo e reggendo piuttosto bene al
cambio di ritmo in testa al gruppo, con la svedese Meraf Bahta al successo sull’olandese
Sifan Hassan, meno reattiva del solito dopo l’oro sui 1500 metri.
Per Nicola Vizzoni stavolta è sfumato l’ennesimo ingresso
nei primi 8 della finale del martello, piazzandosi undicesimo con 73.94, in una
gara che ha messo in mostra un titanico Krisztian Pars, capace di un eccellente
82.69. Secondo posto per il polacco Fajdek, anch’egli oltre gli 82 metri, con
82.05. Lanci lunghi anche dalla pedana del disco femminile, merito di Sandra
Perkovic, in giornata di grazia. La croata dà vita ad un escalation di gittate
fino al record nazionale di 71.08, inavvicinabile per tutte le altre.
Nelle altre finali di giornata, colleziona il terzo oro
consecutivo Olha Saladuha con un 14.73 che è misura sufficiente per tenere a
distanza la russa Koneva, mentre negli 800 femminili il colpo da finale lo
piazza la bielorussa Maryna Arzamasova, brava a spuntarla in progressione sulla
britannica Lynsey Sharp, oro e argento rispettivamente in 1:58.15 contro
1:58.80. Nell’asta infine compitino facile facile per “Le Roi” Renaud
Lavillenie, a cui sono bastati due salti, uno a 5.65 e uno a 5.80, per conquistare
l’oro, poi rafforzato da un bel volo oltre 5.90.
Foto FIDAL Colombo/FIDAL
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