giovedì 27 agosto 2015

BRILLANO LE STELLE!

Una serata stellare, di quelle che mostrano tutto il fascino della “regina”, l’atletica non è solo Bolt e le emozioni al Bird’s Nest nella sesta serata mondiale lo confermano. Christian Taylor e Anita Wlodarczyk vanno vicino al record mondiale, Allyson Felix brilla sul giro di pista. Brava Gloria Hooper, onora la maglia con un bel record personale sui 200 metri.

RECORD SFIORATI:  Lo abbiamo atteso per tutta la gara, poi sul finale la scintilla è scoccata, e sulla spinta di quei piedi reattivi è arrivato il risultato con i fiocchi, l’atterraggio oltre i 18 metri. Christian Taylor ha deciso di tenersi l’asso nell’ultimo turno di salti sulla pedana del triplo, di far esplodere il suo hop-step-jump sul più bello, proprio quando il rivale Pedro Pablo Pichardo, cercava di mettere insieme tutte le energie residue per tentare il colpaccio. Prima dell’ultimo turno di salti ancora ci credeva il cubano di potersi mettere al collo l’oro, c’erano solo 8 cm tra lui ed il 17.68 dello statunitense, in una sfida che si pensava combattuta su misure decisamente più alte. Ma i sogni di Pichardo si infrangono definitivamente su quel lunghissimo 18.21, appena 8 cm dal gabbiano Jonathan Edwards di Goteborg 1995, con Taylor che si permette di lasciare addirittura 11 cm in battuta. Il record mondiale era proprio ad un passo, seconda migliore prestazione di sempre al mondo, firma regale per una finale che passa alla storia.  Christian Taylor si conferma campione straordinario, Pichardo è secondo con 17.73, mentre un ritrovato Nelson Evora sale al terzo posto, a strappare il podio in extremis all’altro americano Omar Craddock.
Non sbaglia un colpo neanche Anitona nel martello, o meglio, il gran colpo lo azzecca al quarto lancio, in un crescendo di misure che prima la portano a superare la fettuccia degli 80 metri, con 80.27, e quindi ad avvicinare il suo stesso primato mondiale con 80.85, rimasto lì ad un palmo. Un risultato che la mette definitivamente in sicurezza dalle bordate della cinese Zhang, seconda a circa 4 metri dietro, con la francese Tavernier a completare il podio. Per la polacca campionessa europea in carica si tratta del secondo titolo mondiale da quello di Berlino 2009, arrivato con il primato del mondo, l’ennesima affermazione in una carriera costellata da grandi finali.   

FENOMENO FELIX: ce l’aveva in mente da tempo, probabilmente dal 2011 quando ai Mondiali di Daegu finì seconda battuta per soli 3 centesimi da Amantle Montsho, caduta poco tempo fa nella rete del doping. Allyson Felix alla fine c’è riuscita, a costo di sacrificare la partecipazione nella sua disciplina preferita, i 200 metri. Il programma orario non consentiva il bis, così la graziosa statunitense ha optato per la sola avventura sui 400 metri, a caccia di un titolo iridato fattibile più che in altre occasioni. L’avversaria da tener d’occhio era la giovane bahamense Shaunae Miller, ed in effetti è stata lei ad avvicinarsi di più quando nel rettilineo conclusivo Allyson faceva i conti con le tossine dell’acido lattico. Una gara sparata al massimo nei primi 150 metri dalla Felix, per passare nettamente in testa, poi un graduale rallentamento con le altre che rimontavano un metro dopo l’altro. Ma l’americana è brava a non scomporsi, per chiudere in un eccellente 49.26, primato personale e record mondiale stagionale, che significa soprattutto la conquista del tanto agognato titolo iridato. Per entrare sul podio bisogna scendere sotto i 50 secondi, con la Miller seconda in 49.67 ed un’altra giovane caraibica, la giamaicana Shericka Jackson, terza in 49.99.


200, BRAVA HOOPER: la nota più lieta per la squadra italiana, per quanto riguarda le gare in pista, arriva da Gloria Hooper sui 200 metri, unica finora a cogliere un primato personale in questa rassegna iridata. La ragazza della Forestale corre bene e nonostante un’impegnativa batteria corsa vicino ai propri limiti, riesce a migliorarsi in semifinale con un buon 22.92, terza italiana nelle graduatorie all time, a soli 4 centesimi dal 22.88 di Marisa Masullo. Il crono della Hooper naturalmente non vale la finale, che invece vede qualificate le tre giamaicane in gara (Thompson, Campbell-Brown e Simpson), la britannica Asher-Smith, veloce anche in semifinale con 22.12, le americane Tarmoh e McGrone, oltre alle europee Schippers e Lalova, con quest’ultima brava a limare il personale a 22.32. Fuori dai giochi invece l’altra statunitense Jenna Prandini, già parsa piuttosto giù di condizione in batteria. 


(Foto Giancarlo Colombo/FIDAL)

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