venerdì 15 agosto 2014

ZURIGO 3°G: FOLLIE FRANCESI, BENE GIORGI-PALMISANO, DONATO SETTIMO

Di certo i francesi non se la dimenticheranno facilmente questa terza giornata di Europei a Zurigo, quella che ha visto dissolversi nel nulla due medaglie d’oro virtualmente già al collo dei rispettivi interpreti. Pascal Martinot-Lagarde e soprattutto quella testa matta di Mahiedine Mekhissi-Benabbad avranno parecchio da recriminare e ripensare ai loro errori ed a come hanno buttato al vento i loro sogni di gloria. Assolutamente incredibile lo show offensivo improvvisato dal campione europeo in carica dei 3000 siepi, che, involato in solitaria verso il terzo titolo sulla distanza, pensa di togliersi la canottiera per esultare ed irridere chi lo segue lungo tutto il rettilineo di arrivo. L’ennesima stupidità di Mekhissi-Benabbad, ammonito dopo il traguardo, per poi essere squalificato a seguito di reclamo della Spagna. Il podio viene così rivoluzionato, con l’oro per l’altro francese Yoann Kowal, argento per il polacco Zalewski e bronzo per lo spagnolo Mullera, uno con un passato parecchio chiacchierato per questioni di doping. In gara c’era anche un po’ di azzurro con Yuri Floriani, 12° in 8:44 e spiccioli.


La fa grossa sui 110 ostacoli anche Pascal Martinot-Lagarde, incapace di gestire la frenesia per la conquista di un titolo già in tasca. In pista finisce addirittura fuori dal podio, quarto ed irriconoscibile, fortuna sua che poi viene squalificato il compagno di squadra Bascou, per un bronzo acciuffato in extremis. Trova il successo il bravo Shubenkov, che trova il massimo proprio nell’occasione che conta, mentre al secondo posto si conferma tra i miglioi William Sharman.

L’azzurro Italia si  fa notare sui 20 km di marcia femminile, merito di Eleonora Giorgi ed Antonella Palmisano, ragazze abituate da un po’ ai grandi palcoscenici internazionali. E’ naturale così vederle nel gruppo di testa per gran parte della gara, con la Palmisano spesso a condurre l’andatura. Poi la russa Alembekova imprime uno strappo decisivo, le due azzurre mollano un po’, perdendo il contatto con i sogni da podio. Giorgi chiuderà quinta, settima la Palmisano, mentre la giovane Federica Curiazzi trova il personale nelle retrovie con 1h35:48, al 22° posto. Buone premesse del settore per il biennio di fuoco, Mondiali e Giochi Olimpici, appuntamenti in cui poter essere protagoniste.

Fabrizione ce la mette tutta per far bene, nel giorno del suo 38° compleanno, purtroppo stavolta manca qualcosa in termini di azione propulsiva. Per Donato arriva così un settimo posto nel triplo, con un modesto 16.66, troppo distante dai migliori della competizione, con il francese Benjamin Compaorè che fa sorridere i cugini transalpini atterrando più lontano di tutti a 17.46. Alle sue spalle la coppia russa Adams-Fyodorov, in una gara non eccelsa, che ha visto solo dodicesimo l’altro azzurro Fabrizio Schembri.

L’impresa azzurra di giornata arriva dalla semifinale dei 200 metri maschili, dove un eccellente Diego Marani divora metri ed avversari a ritmo di personale, 20.36, terzo miglior tempo di accesso in finale, alle spalle dei soli Gemili e Lemaitre. Citazione doverosa anche per il bravo Eseosa Desalu, capace di polverizzare il personale in batteria con 20.55. Si difendono anche le ragazze: Amidei, Caravelli e Siragusa centrano la semifinale, con Marzia capace di un doppio stagionale scendendo a 23.23.

Non sembra quella dello scorso anno, ma Yadi Pedroso conquista agevolmente la sua finale di 400 ostacoli, anche se il suo 56.07 non le porterà una buona corsia in una gara dove per centrare il podio servirà un tempo sotto i 55 secondi. Si qualifica tra i finalisti anche capitan Vizzoni, a cui è sufficiente un 74.26, per piazzarsi all’undicesimo posto.

Male gli altri: Gibilisco, in quella che potrebbe essere la sua ultima maglia azzurra non supera i 5.40, Enrico Demonte non riesce a volare in batteria sui 200 metri, Norbert Bonvecchio è solo il fantasma di se stesso nel giavellotto, ultimo con 69.38.


Infine gli altri titoli assegnati in serata:  a Barbora Spotakova basta un 64.41 per trovare finalmente l’oro continentale nel giavellotto sulla serba Jelaca e la tedesca Stahl. Gara modesta anche nell’asta, con la russa Sidorova oro in 4.65, davanti alla greca Stefanidi e l’altra russa Zhuk-Krasnova, entrambe con 4.60.

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