venerdì 15 agosto 2014

ZURIGO 4°G: PANTERITA D’ORO!

Sognato, atteso, invocato, e adesso finalmente arrivato: l’oro sui 400 metri per Libania Grenot è realtà, la prima medaglia per la squadra azzurra in questa rassegna europea, un successo scontato per l’italo-cubana, nettamente superiore alle avversarie. I dati statistici lasciavano pochi dubbi, Libania partiva con un vantaggio di almeno sei decimi di vantaggio sulle avversarie, sarebbe bastato non commettere errori clamorosi per prendersi il titolo continentale. Così è andata, con l’azzurra lanciata come sua abitudine nella prima parte di gara, per poi controllare nel rettilineo conclusivo, leggermente in calo ma con un vantaggio netto su tutte le altre. Il crono di 51.10 è solo un dettaglio, non il massimo per la “Panterita”, la stessa che nel 2010, agli Europei di Barcellona, con 50.43 doveva accontentarsi del quarto posto dietro le indiavolate russe. Oggi la situazione era molto più semplice, anche perché la sicurezza di far bene rasentava il massimo. Il triennio di allenamenti negli Stati Uniti con il coach Loren Seagrave sta dando i suoi frutti, non tanto dal punto di vista fisico, perché Libania la stoffa ce l’ha, quanto dal punto di vista mentale e della gestione. Speriamo che il suo contributo sia decisivo anche in chiave staffetta, a caccia di un piazzamento importante.

E’ stata una giornata nel complesso positiva per gli italiani, non solo per la medaglia d’oro, ma anche per una serie di piazzamenti decisamente incoraggianti. A cominciare dall’ottimo quinto posto di Federica Del Buono sui 1500 metri, condito dal primato personale di 4:07.49, al termine di una gara interpretata magistralmente. 
Difficile trovare un errore nella condotta di Federica, se non forse in quell’attimo di attesa nel mettersi in scia alla britannica Weightman, terza sul podio alle spalle delle africane Sifan Hassan e Abeba Aregawi, e assolutamente battibile dall’azzurra. 

In mattinata si era fatto strada tra i migliori d’Europa anche il romano Marco De Luca, protagonista della 50 km di marcia, chiusa al settimo posto nel nuovo personale di 3h45:25, prestazione che ripaga dell’ottimo lavoro svolto in questi anni con il suo coach Patrick Parcesepe. Chi ha davvero sbancato Zurigo è stato poi il francese Yohan Diniz, primo con il nuovo record mondiale della distanza, coperta in uno straordinario 3h32:33, quasi due minuti meglio del precedente limite.

Sotto le raffiche di pioggia del pomeriggio, non è stato facile disputare la finale di alto maschile, corroborata  dalla presenza di sua maestà Bogdan Bondarenko. L’ucraino ha risolto la pratica a 2.35, unico a saltare la misura, con i rivali più accreditati, Ukhov e Protsenko, non in giornata su una pedana bagnata e di difficile gestione. Ne sanno qualcosa anche Gianmarco Tamberi e Marco Fassinotti, entrambi però capaci di volare oltre 2.26 e materializzare un doppio settimo posto, piazzamento confortante per il futuro. Sulla stessa pedana si era esibita in mattinata anche Alessia Trost, entrata senza problemi nel gruppo di finale con un salto oltre 1.89.

Chi si è speso al meglio, ancora una volta, è stato Diego Marani nella finale dei 200 metri, coperta in 20.43, una manciata di centesimi dal personale e con il vento in faccia a -1.6 m/s. L’azzurro alla fine è quinto, nella gara vinta dal britannico Adam Gemili in un notevole 19.98, con il francese Lemaitre stavolta ad inseguire in 20.15. Ancora impressionante al femminile l’olandesona Schippers, capace del primato mondiale stagionale e record nazionale di 22.03, confermando prospettive più che interessanti nello sprint dei prossimi anni ed un doppio legame a distanza con la leggenda olandese Fanny Blankers-Koen.      

Delusioni azzurre sono arrivate dai saltatori in lungo, Emanuela Catania e Stefano Tremigliozzi, troppo lontani dalle loro misure e mai in gara, Chiara Rosa nel peso, fermatasi ad un miglior lancio di 16.76 rosicchia la finale con l'undicesimo posto, mentre un Mohad Abdikadar fisicamente non al meglio, non va oltre un 3:46.07 sui 1500, dove invece trova una fortunosa qualificazione Soufiane El Kabbouri, rimasto suo malgrado coinvolto in uno scontro che lo ha penalizzato (aveva chiuso staccato in 4:02.76). Valeria Roffino nei 3000 siepi è ottava nella propria batteria con 10:07.58, fuori dalla finale. Nei 50 km di marcia piazzamenti nel mucchio li hanno conseguiti Teodorico Caporaso (20°) e Jean Jacques Nkoulokidi (22°), nel disco femminile Valentina Aniballi è stata prima delle escluse in qualificazione con 53.60.


Nelle altre finali di giornata infine eccellente record dei campionati per la polacca Anita Wlodarczyk nel martello, con un lancio a 78.76, davanti alla slovacca Hrasnova e alla connazionale Fiodorow. Polonia sugli scudi anche negli 800 uomini, complice anche la scellerata condotta di testa del favorito transalpino Bosse, che finisce per lanciare al successo Adam Kszczot, seguito dall’altro polacco Artur Kuciapski. Il record di applausi li riscuote però l’idolo di casa Kariem Hussein, vincitore dei 400 ostacoli. Le sette fatiche dell’Eptathlon premiano invece la francese Antoinette Nana Djimou, che porta il quinto oro alla Francia, non sufficiente per riprendersi la testa del medagliere, dove conduce la Gran Bretagna, davanti proprio ai cugini francesi ed alla Russia. L’Italia con l’oro è salita al decimo posto, in attesa della maratona femminile di domani…    

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