domenica 17 agosto 2014

ZURIGO 6° G: FESTA MEUCCI, POI LE VELOCISTE AZZURRE

Detto del trionfo di Daniele Meucci, protagonista assoluto nella lunga mattinata della maratona, non va tralasciato il solido settimo posto del sempre affidabile Ruggero Pertile, che inizialmente aveva fatto pensare al podio a squadre anche in campo maschile. Purtroppo però alle sue spalle sono mancati i piazzamenti degli altri, con il solo Michele Palamini a difendere la posizione con un 32° posto conclusivo. Gli altri tutti ritirati, a cominciare da Andrea Lalli, il grande deluso del gruppo azzurro, per proseguire con Domenico Ricatti e Liberato Pellecchia. Troppo poco per ambire al podio, in verità sfumato per una decina di secondi a vantaggio della Svizzera, terza dietro Russia e Francia.


Il pomeriggio si era aperto con un bel lancio di Chiara Rosa, un 18.10 che la faceva balzare per un momento terza nel peso. Certo le gittate della ragazzona di Camposampiero non saranno quelle dei tempi migliori, ma anche stavolta il cuore e la determinazione l’hanno portata al massimo, per un quinto posto finale, nonostante i dolori per un recente infortunio al dito anulare. Peccato che i buoni riscontri della Rosa non abbiano avuto seguito nella gara di alto femminile, dove ci si aspettava qualche sussulto importante da Alessia Trost. In realtà, dopo l’infortunio che l’aveva tenuta ferma in primavera, in questa stagione all’aperto la pordenonese è parsa la brutta copia di se stessa. Anche sulla pedana di Zurigo, dopo un paio di buoni salti, di cui uno al limite a 1.90, per Alessia sono arrivati tre errori a 1.94 che l’hanno messa fuori dai giochi, per una nona posizione che stride con il secondo posto della sua rivale storica, la russa Mariya Kuchina. Titolo europeo difeso alla grande da un’inossidabile Ruth Beitia, prima con il mondiale stagionale eguagliato a 2.01.

Bravissime e pure con qualche rammarico, le staffettiste della 4x100 azzurra: Marzia Caravelli, Irene Siragusa, Martina Amidei ed Audrey Alloh, danno una vita ad una piccola impresa, cogliendo un insperato quarto posto,  a quattro soli centesimi dal bronzo della Russia, con un crono di 43.26 che migliora di tre centesimi quanto di buono fatto nelle batterie. Non riescono a migliorarsi invece le ragazze della 4x400: Chiara Bazzoni, Maria Enrica Spacca, Elena Bonfanti e Libania Grenot finiscono nelle retrovie sin dall’inizio, per un ottavo posto finale in un non irresistibile 3:28.30. Va ancor peggio agli azzurri della 4x100, che pagano un cambio troppo lungo fra Diego Marani e Delmas Obou con testimone che rimane nelle mani del primo. Fino a quel momento si duellava per la quarta posizione, sospinti dalle buone frazioni di Fabio Cerutti e Eseosa Desalu, poi gli altri sono andati via, con la Gran Bretagna a ruggire con Adam Gemili in un buon 37.93.

Nei 5000 non può far molto Marouan Razine, nel gruppo fino a quando si andava al trotto, poi quando Farah e compagnia hanno deciso di partire, il giovane mezzofondista del Cus Torino è stato risucchiato nelle retrovie, chiudendo 14° in 14:16.95. Vittoria per il solito Mo Farah, al termine di un formidabile ultimo giro in 52 e poco, per avere la meglio sull’azero di origine africana Ibrahimov e sull’altro britannico Vernon. 52 secondi sugli ultimi 400 metri sono serviti  anche al francese Mekhissi-Benabbad per imporsi sui 1500 e portare a casa quell’oro negato a causa della sua stupidità nei 3000 siepi. Il francese stavolta non si è denudato, lasciandosi andare solo a sobri festeggiamenti nel rettilineo di arrivo, seguito a distanza dal norvegese Ingerbritsen, piuttosto deluso, e dal bravo britannico O’hare. In tema di 3000 siepi un oro insperato lo acciuffa la tedesca Antje Moldner-Schmidt, seconda medaglia teutonica dopo l’oro della Schwanitz nel peso.


Nel salto in lungo uomini si fa rispettare il campione olimpico Greg Rutherford, vittorioso con un balzo da 8.29, distante dal greco Tsatoumas, finalmente da podio, e dal francese Kafetien Gamis. Il giavellotto infine premia ancora una volta la tradizione scandinava, grazie agli 88.01 metri del finnico Antti Ruuskanen che mette dietro il favorito Viteszlav Vesely ed il connazionale Tero Pitkamaki. 

Foto FIDAL Colombo/Fidal

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