domenica 23 febbraio 2014

HIGH FASSINOTTI: 2.34!

Marco Fassinotti illumina la 45esima edizione dei Campionati Italiani Assoluti indoor ad Ancona, volando oltre il record italiano nel salto in alto. Il piemontese ha superato quota 2.34, misura che significa la migliore prestazione italiana assoluta nella specialità, considerando anche i risultati all’aperto (record italiano 2.33 di Marcello Benvenuti nel 1989). Una gara partita da lontano con entrata a 2.15, per poi salire a 2.20 e 2.24. Con il primo posto in tasca è stata la volta dei 2.28, con un primo tentativo sbagliato, poi ancora 2.31 alla prima, e quindi il 2.34 saltato alla seconda prova. Una grande impresa che sembrava da un po’ di tempo a questa parte alla portata dell’azzurro. 


Da un anno di stanza a Birmingham, alla corte di Fuzz Ahmed, allenatore tra gli altri dell’asso britannico Robbie Grabarz, bronzo olimpico e campione europeo nel 2012, Marco Fassinotti aveva infatti già mostrato in altre occasioni, in questo scorcio di stagione al coperto, di essere migliorato parecchio sia per qualità che per continuità. Tanto che, per il saltatore in forza all’Aeronautica, cinque dei sei migliori risultati di carriera sono arrivati nel 2014, tra cui il 2.33 di Arnstadt, misura che aveva già fatto levare un urlo di gioia per l’ingresso di fatto nel circolo dei migliori d’Europa, anzi, pardon, del mondo. Con il 2.34 di oggi, Fassinotti si colloca al quarto posto nella graduatoria mondiale, in compagnia dello statunitense Eric Kynard e del fenomeno russo Danil Tsyplakov, sopravanzato solo dai mostri Ivan Ukhov, Aleksey Dmitrik e Mutaz Essa Barshim. Numeri che confermano la buona riuscita della cura britannica per un atleta completamente rigenerato, dopo un paio di stagioni in parabola negativa rispetto al sensazionale 2.29 saltato nel 2011. 

L’esperienza inglese assume valore non solo in termini di allenamenti, di tecnico e di gruppo, ma anche per una vita più controllata e attenta, come ha confermato lo stesso Fassinotti ai microfoni Rai. Vita da atleta, più attenta ad alimentazione, svaghi e via dicendo, quel modo di sentirsi professionisti costruendo i propri miglioramenti su impegno e qualche rinuncia, requisiti più difficili da raggiungere quando si vive nell’ambiente in cui si è cresciuti, circondati da mille distrazioni. L’impresa di Fassinotti insegna anche questo, a volte può essere necessario e proficuo migrare all’estero per trovare gli equilibri giusti ed ottenere profitto da uno sport che, quando diventa professione, ha bisogno di una preparazione totale.

La due giorni di Ancona ha anche consegnato il record italiano di Anna Eleonora Giorgi, brava a migliorarsi fino a 11:50.08 sui 3000 metri di marcia, ritoccando un primato che era fermo al 11:53.23 di Ileana Salvador nel 1992. Un’affermazione importante che consolida il valore della marciatrice delle Fiamme Azzurre, brava a ritagliarsi una dimensione internazionale.

L’azzurro è colore dominante in questa edizione di Campionati Italiani in sala, merito anche di Stefano Tremigliozzi, saltatore dell’Aeronautica, capace di atterrare a 8.06 nella buca del lungo, per un titolo tricolore che fa il paio con quello della collega Darya Derkach, vittoriosa nella gara femminile. L’italo-ucraina ha dominato con 6.28, mostrando tuttavia degli evidenti problemi di rincorsa, emersi anche nella gara di triplo, dove ha chiuso terza con 13.36, assai distante dal suo potenziale effettivo. Il settore salti dell’Aeronautica ha trovato poi un altro titolo tricolore nell’asta, conseguito da Alessandro Sinno, campioncino dalle ottime prospettive, primo con 5.35.

Nelle gare di corsa tra i più attesi c’era l’ostacolista Paolo Dal Molin, alle prese con una vivace finale di 60 ostacoli che metteva sulla linea di partenza tre dei giovani più talentuosi del momento, Ivan Mach Di Palmstein, Lorenzo Perini e Hassane Fofana. Alla fine però l’azione straripante di Dal Molin annichilisce tutti, per un crono di 7.60 che lo fa salire al dodicesimo posto nella graduatoria mondiale 2014. La sorpresa della rassegna arriva dalla finale femminile, dove un’agguerrita Giulia Pennella si lascia alle spalle la favorita Marzia Caravelli, autrice peraltro del miglior tempo in batteria con 8.07. Ma l’atleta dell’Esercito è in giornata di grazia, riuscendo a coprire il rettilineo in 8.04, prestazione che assai probabilmente le garantirà il biglietto sull’aereo per i Mondiali di Sopot. Un’altra in partenza dovrebbe essere anche Chiara Rosa, brava a cogliere un buon 18.23 nel peso, su una pedana che poi saluta il successo di Daniele Secci, distante dai 19 metri (18.64), ma capace di aggiudicarsi lo scontro diretto con l’inossidabile Paolo Dal Soglio.  

Nello sprint volano i soliti noti: Fabio Cerutti trova addirittura un 6.65 in batteria, prima di vincere la finale in 6.68, stesso tempo fatto segnare in qualificazione da un ottimo Massimiliano Ferraro, nome da seguire in futuro. Tra le donne la più veloce è invece Audrey Alloh con 7.34, anche lei prossima alla convocazione con la squadra azzurra in vista della rassegna iridata.

Nel mezzofondo le cose migliori arrivano da Margherita Magnani, nettamente superiore alle altre sui 1500 metri (dove peraltro esce mestamente di scena Elisa Cusma), distanza sulla quale ormai può farsi strada in una kermesse mondiale come quella polacca. Si fa notare anche la compagna di allenamenti e di club Giulia Viola, titolo tricolore sui 3000 metri in 9:12.70, a rimpinguare di titoli la scuderia del coach Vittorio Di Saverio. Da segnalare sui 3000 metri il record Allieve della portentosa Nicole Svetlana Reina, quinta assoluta in un regale 9:32.89.

Peccato per Fabrizio Donato, fuori anzi tempo dalla gara di triplo per il dolore ad un tallone, la sua stagione al coperto finisce così. Non è piaciuta Simona La Mantia nel triplo, vittoriosa ma incapace di andare oltre un modesto 13.73. Qualcosa in più ci si sarebbe aspettati anche da Sonia Malavisi, seconda nell’asta con 4.25, in una finale in cui lo scorso anno ci fu la rincorsa al record con Roberta Bruni, assente in pedana ormai da diverso tempo. Matteo Galvan si impone sui 400 metri con impegno ma senza strafare, per un podio tutto Fiamme Gialle, con Lorenzo Valentini e Michele Tricca alle sue spalle. Entusiasmante nella gara femminile la rimonta in esterna di Chiara Bazzoni, abile a soffiare il successo alle compagne di staffetta nazionale, Bonfanti e Spacca. Un’altra frazionista da 4x400 trionfa sugli 800 metri, si tratta di Marta Milani, vittoriosa in 2:05.39, su una distanza in cui tra gli uomini si fa notare il fenicottero Giordano Benedetti. Il finanziere trova il successo dopo la delusione rimediata sui 1500 metri, costretto ad assistere dalle retrovie alla vittoria di misura di Abdellah Haidane  su Mohad Abdikadar. Haidane è bravo poi a ripetersi sui 3000 metri, dominatore in una distanza dove trova il terzo tricolore consecutivo.

Un bel momento è poi il siparietto lanciato dallo stesso Giordano Benedetti, con tanto di striscione dedicato per salutare il rientro in pista di Mario Scapini, tornato dopo la brutta malattia ad una finale di un campionato italiano. La standing ovation parte spontanea per un ragazzo che ha già portato a casa la sua grande vittoria. Sui 5000 metri di marcia infine il titolo va al carabiniere Matteo Giupponi, in una gara che lo scorso anno veniva vinta da Giorgio Rubino, oggi quarto nella 20 km del World Challenge a Chihuahua in Messico.

Bilancio sintetico: sarebbe potuta andare meglio, anche se qualche acuto di assoluto valore non è mancato. Rispetto allo scorso anno si sono visti risultati migliori su 8 specialità (400 metri, 1500 metri, 3000 metri, 60hs, alto, lungo, triplo) al maschile, e 5 (peso, lungo, 60, 400, 1500) al femminile. I valori medi rimangono quelli, con l’eccezione di alcune specialità, vedi il salto in alto femminile dove quattro atlete sono andate oltre 1.82, pur senza la presenza di Alessia Trost. L’aggravante di questo momento per l’atletica italiana è quella di un’infermeria piuttosto intasata, con molte delle nostre punte alle prese con infortuni quanto meno debilitanti. Deludenti anche per questo motivo le apparizioni di alcuni big, una situazione che tuttavia ha lasciato spazio alla verve agonistica di diversi giovani alla ribalta, alcuni dei quali già nel giro delle squadre militari. Da notare la netta flessione numerica a livello di partecipazioni in molte discipline, specie quelle di corsa, dove il crollo numerico arriva a sfiorare in certi casi il 50%, caso esemplare quello dei 400 metri, dove si è passati da oltre 30 iscritti a poco più di 10 di questa edizione, sia al maschile che al femminile. Questione di minimi e di strategie, con il risultato evidente di un minor “movimento” nel Banca Marche Palas.

Ai Mondiali in Polonia una medaglia sarà quanto meno difficile, la trasferta dovrà valere come esperienza in vista degli Europei a Zurigo di questa estate. Lì ci sarà una prima resa dei conti di quale sia la tendenza dell’atletica italiana, un banco di prova al quale si spera riescano a presentarsi in salute gran parte dei nostri migliori atleti attualmente ai box.   

Nella foto: Marco Fassinotti (Foto di Fidal Colombo/FIDAL)

Nessun commento:

Posta un commento