giovedì 20 febbraio 2014

VERSO SOPOT, PASSANDO PER GLI ASSOLUTI

Neanche il tempo di accendere i riflettori sull’apertura dei Campionati Italiani Assoluti Indoor ad Ancona, che un altro grande nome della nostra atletica è bloccato da un infortunio. Come Michael Tumi e Daniele Greco, tanto per citare due medaglie dell’ultima rassegna continentale al coperto, anche Alessia Trost deve fare i conti con gli acciacchi. Nel suo caso un problema muscolare che le impedirà di prender parte all’impegno tricolore, come probabilmente agli stessi Mondiali indoor di Sopot, in Polonia. Stagione invernale virtualmente chiusa, dunque, anche per la friulana prodigio, sulle cui parabole aeree a quota 2 metri, si aspettava di esser trascinata tutta l’atletica italiana. Non è un momento proprio fortunato per la nostra atletica, che fa un po’ fatica a trovare un suo equilibrio, in balia di una fase di transizione che ha coinciso da quasi un anno a questa parte con il cambio dello staff medico nazionale per i noti fatti legati alla vicenda Schwazer, e che ultimamente ha visto anche un avvicendamento nel ruolo di segretario generale, con la staffetta Bellino-Pagliara. Certamente si continua a lavorare, pianificare, elaborare idee, ma è un dato di fatto che l’entusiasmo trascinante di un anno fa, quando una sensazionale serie di risultati in pista sembravano voler dedicare il proprio tributo all’elezione di Alfio Giomi come Presidente della Fidal, è venuto un po’ meno.
Partendo dal presupposto che nello sport non si inventa nulla, c’è da dire che se le grandi imprese di allora potevano ricondursi a piacevoli coincidenze, la cronica assenza in questa stagione indoor di molti dei nostri atleti migliori è dovuta principalmente ad una lunga serie di episodi negativi, con infortuni causati da motivi diversi e per la maggior parte non collegati tra loro. Un punto di contatto potrebbe forse essere una particolare cautela in questa fase, in vista dell’appuntamento più importante dell’anno, gli Europei all’aperto a Zurigo, dove l’ipotesi di andare a medaglia per diversi dei nostri diventa terribilmente concreta.
Rimanendo con lo sguardo rivolto ai vicini Mondiali di Sopot, l’attesa per gli imminenti Assoluti al Banca Marche Palas sarà soprattutto legata a quella manciata di atleti a caccia di conferme e minimi per la rassegna iridata. Finora si fatica ad arrivare ad una decina di convocazioni per la squadra azzurra, complici le tante defezioni per infortuni e forfait di vario tipo. Questa stagione indoor avrebbe anche dovuto rilanciare Andrew Howe, dato in buone condizioni di forma, ma mai sceso in pista nel 2014. Proprio di Andrew è l’unica medaglia maschile ai Mondiali indoor negli ultimi 10 anni. Era il 2006 quando l’italo californiano trovò il bronzo a Mosca, alle spalle di Gaisah (prima del terribile infortunio al ginocchio) e del panamense Irving Saladino. Una medaglia maschile in cinque edizioni iridate, pareggiata al femminile dall’argento di Antonietta Di Martino nel 2012 ad Istanbul. Ecco, una Di Martino adesso sarebbe proprio servita, con la sua sana concretezza campana che l’ha resa grande ed inimitabile sulla pedana dell’alto. Per fortuna un senatore continua ad esser sempre lì, Ligabue direbbe “come Oriali”, a sognare come un ragazzino in quella che si è rivelata la sua dimensione preferita. Sotto il tetto Fabrizio Donato si trova proprio bene, i risultati lo confermano, tre presenze pesanti nelle ultime tre edizioni, sempre protagonista ed a ridosso del podio. Stavolta mancherà il suo discepolo-rivale, Daniele Greco, ma siamo sicuri che Fabrizio ce la metterà tutta per vivere intensamente anche questa stagione indoor.
Ad Ancona osservata speciale sarà anche Veronica Borsi, in forte ritardo di preparazione, e con una sola gara all’attivo sui 60 metri quest’anno. L’impegno sugli ostacoli contro la rivale Marzia Caravelli, data in gran forma, non può che destare interesse. Vedremo poi se Simona La Mantia riuscirà a mettere insieme una misura soddisfacente per i Mondiali polacchi, così come Chiara Rosa, virtualmente convocata ma a caccia di conferme.     
Occhio poi a Paolo Dal Molin, Marco Fassinotti, Abdellah Haidane e Margherita Magnani: loro sì che stanno bene, pronti per acciuffare titolo tricolore e magari anche una grande prestazione.

A seguire una piccola tabella su convocati e risultati nelle ultime tre edizioni mondiali. A ciascuno la propria opinione:


Negli ultimi 10 anni solo due medaglie, 1 bronzo tra gli uomini (Andrew Howe, 2006) ed 1 argento tra le donne (Di Martino, 2012).
A Doha gli effettivi in pista furono 7, tutti eliminati in qualificazione ad eccezione di Fabrizio Donato, quinto in finale nel triplo. Mancò all’appello Elisa Cusma, alle prese con problemi fisici.
Ad Istanbul gli atleti effettivi in pista furono 14. Spiccò in quell’occasione la medaglia d’argento di Antonietta Di Martino, ultimo acuto in ordine temporale di una carriera che sì è inchiodata subito dopo a causa di quel maledetto infortunio patito al caldo di Tenerife. Buone prove a Doha anche per i triplisti, con Donato e Greco ai piedi del podio, alle prese con le prove generali di quella che poi sarebbe stata la finale olimpica.

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