Il transalpino sigla il risultato più sorprendente di questa
prima parte di stagione al coperto. Nell’impianto francese di Rouen, sabato 25
gennaio, Renaud Lavillenie vola oltre i 6.04, misura che lo rinsalda al terzo
posto nelle graduatorie all time, dietro solo allo zar Sergey Bubka ed
all’australiano Steve Hooker (6.06). Al di là della straordinaria prestazione,
è da sottolineare la facilità con cui l’agile astista francese ha valicato
l’asticella, con ampio margine, segno che il 6.15 risalente al primato mondiale
dello stesso Bubka, non è poi così lontano.
Notevole anche il piglio del
francese, determinato nel volgere a suo favore una gara che fino a 5.83 lo
vedeva inseguire i rivali Pawel Wojciechowski e Kevin Menaldo. Ma è proprio in quel momento che Lavillenie cambia il
corso della gara, con la misura saltata a 5.83 al terzo tentativo, per poi
salire con due soli salti prima a 5.93 e quindi al nuovo record nazionale
indoor di 6.04.
Da oltre oceano arrivano ancora risultati di prestigio da parte dei
mezzofondisti. In primis, sulla pista di Boston, i pupilli dell’Oregon Project
di Alberto Salazar, con la neo-junior Mary Cain che vede sfumare per un solo
centesimo il record mondiale di categoria sul miglio. Il crono di 4:24.11, con
passaggio ai 1500 metri in un impressionante 4:06.63, rappresenta comunque la
migliore prestazione mondiale di sempre al limite dei 17 anni, e colloca
comunque la bionda americana tra le migliori di sempre, dodicesimo tempo
all-time e miglior tempo statunitense dal 2000. Ventiquattr’ore dopo ci pensa
Galen Rupp a riscrivere la storia. L’altro mezzofondista di punta della West
Coast, aveva infatti l’obiettivo di abbattere il record statunitense nelle due
miglia, fermo al 8:09.49 di Bernard Lagat. L’impresa riesce alla perfezione,
con un risultato finale di 8:07.41, condito anche dal mondiale stagionale nel
passaggio intermedio sui 3000 metri, coperti in 7:34.68. Rupp sale così al
sesto posto all-time nella graduatoria dei migliori tempi sulle due miglia,
guidata da dall’etiope Kenenisa Bekele.
In Europa, una piazza di primo piano era quella di Glasgow, con il
meeting locale ad ospitare molti campioni di primo piano. I risultati non
mancano, a cominciare dal nuovo mondiale stagionale sui 60 metri di James
Desaolu. Lo scorso anno il britannico soffiò l’argento a Michael Tumi nella
finale degli Europei, mostrando ottime qualità sul lanciato. Quest’anno Desaolu
si conferma tra i migliori interpreti sulla distanza, centrando un ottimo 6.50
alla prima vera uscita. Altra “m.p.m.” arriva dal bahamense Chris Brown,
imprendibile sui 400 metri, con 45.93, imitato dalla statunitense Francena
McCorory, migliore del 2014 sui 400 con 51.79. Buono nell’alto il 2.33 con cui
l’americano Erik Kynard vince la gara, mentre nell’asta si fa notare la
britannica Holly Bleasdale, al successo con 4.62.
Malmo: Il saltatore del Qatar, Mutaz Essa Barshim, si fa applaudire per
la prima volta nel 2014, vincendo in Svezia con un salto da 2.35.
New York: Will Claye torna sulla pedana del triplo. L’argento olimpico di
Londra atterra a 17.04.
Albuquerque: Record junior statunitense al coperto per la giovane Kendell
Williams nelle prove multiple, chiudendo la gara di pnntathlon con 4302 punti.
Nello stesso meeting, primato mondiale stagionale nei 200 per Jermaine Brown
con 20.68.
Montreal: il talento dominicano Luguelin Santos migliora il primato
nazionale sui 300 metri, tagliando il traguardo in 33.27.
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